DA DOVE VENGONO QUESTE BOTTIGLIETTE?
Mania, passione, diversivo, hobby; tanti nomi ma un solo scopo: la raccolta delle 'mignonnettes'. Nate in Francia subito dopo la 1° guerra mondiale ad opera delle grandi Case di cognac, che adottarono il sistema di distribuire l'assaggio dei loro prodotti a mezzo di bottigliette, con modello e caratteristiche fedeli a quelle delle "sorelle maggiori", invogliarono i precursori a berle o a conservarle. Da questi primi spunti individuali l'idea della raccolta si diffuse in altri Paesi e così anche in Italia, dapprima timidamente e poi con maggiore tenacia e convinzione. I primi passi comunque risalgono presumibilmente a circa cinquant'anni or sono. All'inizio le bottigliette non erano in commercio e venivano regalate come campioncino o erano un 'ricordo' di un viaggio, di un congresso o di una colazione di lavoro. Nate come strumento di pubblicità, le mignonnettes possono ormai contare su due mercati di vaste proporzioni ed in via di progressiva e costante espansione: quello dei consumatori (al bar, in viaggio, in albergo, allo stadio, al cinema, ecc.) e l'altro, anch'esso assai rilevante, dei collezionisti seri e preparati e dei semplici dilettanti che rivolgono la loro attenzione ad una generica rassegna o ad un solo tipo di liquore (italiano o estero) oppure ad un tipo specifico di prodotto (whisky, cognac, brandy, grappa, ecc.).
Col passare degli anni e sulla scia dei primi successi di vendita, si è delineata una certa organizzazione commerciale per accostare il consumatore-collezionista ai prodotti offerti dalle marche più accreditate italiane ed estere. Sono sorti così, dapprima nei grossi centri urbani e poi anche nelle città di provincia, dei veri e propri negozi attrezzati per la vendita 'programmata' delle mignonnettes di produzione corrente (fra i 3 e i 4 centilitri) e pregiata (si va dai 5 centilitri per gran parte delle marche di whisky scozzese, per i bourbon whiskey e i rum di Cuba e delle Antille, sino ai 7 e più centilitri per i pezzi di antiquariato nazionale di 50 anni fa ed oltre). Naturalmente al boom delle mignon (dimostrato dallo sviluppo dei "punti vendita") hanno contribuito la lenta azione promozionale delle Case, l'interessamento di giornali e riviste specializzate, dapprima in tono sommesso e poi con sempre maggiore convinzione, la curiosità dei collezionisti, il loro desiderio di conoscere particolari, notizie, dati statistici, prezzi di scambio, rarità di alcuni pezzi e così via. Quasi a ratificare questo fatto di costume in chiave moderna, è nato a Milano - nel 1971 - sotto la spinta iniziale di un gruppo di appassionati intenditori ed amatori, il "Club delle Mignonnettes", ovvero l'Associazione Italiana Collezionisti Bottiglie Mignon, che ha lo scopo istituzionale di fornire ai soci tutti i servizi di cui un appassionato collezionista possa avere bisogno (informazioni generiche, possibilità di scambio, dati indicativi sui prezzi di mercato, orientamenti e suggerimenti di pratica utilità per l'inizio di una collezione, ecc.). Con queste premesse, non meraviglia più nessuno che, nell'ambito di diverse manifestazioni a carattere commerciale-fieristico, trovi posto anche uno stand delle mignonnettes.
Ciò ha favorito ovviamente lo scambio non solo di pezzi pregiati o addirittura rari, ma anche di idee, di progetti e suggerimenti. In proposito è da sottolineare che tra i cultori di questo hobby, spesso finissimi intenditori di alcolici e superalcolici, alcuni rappresentano veramente il non plus ultra di una autentica passione. Costanza e fortuna: ecco due elementi essenziali per i collezionisti. I pezzi in circolazione sono numerosissimi e in gran parte facilmente reperibili (alludiamo alle mignon con il tappo in plastica - come si indica comunemente - o più esattamente in materiale 'pvc' e con il tappo in metallo a vite che fanno parte dell'attuale produzione); altri meno (con il tappo in alluminio a strappo); altri rari (con i 'sigilli' in metallo con stemma sabaudo o della repubblica italiana) o addirittura rarissimi e quindi fuori mercato (ma attenti ai falsi in circolazione!). Importante è, come affermano i 'pionieri', "collezionare per il gusto di collezionare". Chi pensa alla speculazione avrà una brutta sorpresa. Le bottigliette non sono francobolli e del resto anche per i francobolli c'è stato il momento delle false attese.